Sbiancanti dentali, scopri che caratteristiche devono avere per essere usati in sicurezza
Lo sbiancamento dentale non è meno invasivo di un intervento vero e proprio per correggere i difetti del corpo, ed è per questo che gli sbiancanti dentali devono essere certificati e garantiti per evitare danni irreversibili
Sbiancanti dentali, ecco le regole per il corretto utilizzo
Avere denti bianchi e lucenti è il sogno di tutti, ma in questo caso non si può procedere con il fai da te. Gli ingredienti contenuti all’interno degli sbiancanti, infatti, sono spesso molto aggressivi per i denti e le mucose.
Per proteggere al meglio le mucose e lo smalto occorre recarsi presso uno studio dentistico che garantisce l’utilizzo di prodotti certificati secondo le normative UE.
La Direttiva Europea 2011/84/UE stabilisce che gli sbiancanti dentali che contengono una percentuale di Perossido di Idrogeno inferiore all’0,1% sono di libera vendita. Gli sbiancanti che contengono una percentuale di Perossido di Idrogeno (presente o liberato) tra l’0,1% e il 6%, invece, possono essere acquistati solamente dai dentisti. Inoltre per ciascun ciclo di utilizzo la prima seduta deve essere eseguita sotto la diretta supervisione di un professionista abilitato e il trattamento non può in nessun caso essere effettuato su persone di età inferiore a 18 anni.
Gli sbiancanti che contengono una percentuale di Perossido di Idrogeno superiore al 6%, invece, non possono mai essere acquistati al di fuori degli studi dentistici e non possono essere utilizzati a casa.
Consulta il sito del Ministero della Salute alla voce “Sbiancanti dentali” per conoscere tutti i dettagli e leggere i testi completi delle normative ministeriali in vigore nel campo della cosmesi e della cura della persona.
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